Crioterapia: atleti e personaggi che hanno adottato il trattamento

Sin dai tempi antichi, la crioterapia era utilizzata per il benessere del corpo: basti pensare al frigidarium, tipico ambiente degli impianti termali romani in cui le persone si immergevano in grandi vasche di acqua fredda (raffreddata ulteriormente, quando possibile, dalla presenza di neve). Insomma, già i nostri avi conoscevano gli effetti benefici dell’acqua fredda sul nostro corpo.

La terapia del freddo si è evoluta nel corso dei secoli arrivando al percorso Kneipp (nato nel XIX secolo circa grazie agli studi dell’omonimo Sebastian Kneipp) il quale si basa sullo sbalzo improvviso di temperatura per riattivare la circolazione sanguigna degli arti inferiori.

Grazie all’avanzamento delle tecnologie moderne, la crioterapia si è trasformata diventando un trattamento a secco, ovvero senza l’immersione in acqua. Il bagno di gelo, infatti, viene svolto all’interno di una stanza raffreddata attraverso l’utilizzo di azoto liquido.

Sono davvero molti i benefici che si possono trarre dall’utilizzo costante di trattamenti crioterapici: da un lato è possibile, infatti, ridurre i tempi di recovery; dall’altro migliorano le performance atletiche. Non ci deve stupire, dunque, che sempre più sportivi professionisti scelgono la crioterapia da affiancare al loro lavoro settimanale e alle attività di recupero muscolare post-allenamento.

Crioterapia rossonera: il caso dell’A.C. Milan

Il calcio è uno sport in cui gli infortuni possono mettere K.O. un giocatore - magari pagato milioni di euro - per molte settimane. È interesse della squadra mettere a disposizione tutte le tecnologie e i trattamenti necessari per velocizzare questa recovery: è il caso di A.C. Milan che, dal 2015, ha adottato la crioterapia come parte integrante del recupero atletico.

In particolare, la criocamera adottata dalla squadra milanese consiste in due ambienti: il primo a -30°C - in cui i giocatori rimangono circa 30 secondi - e un secondo in cui si raggiungono tra i -110°C e i -160°C. Grazie a questo ritrovato della tecnologia - ha spiegato MilanLAB - sono stati in grado di dimezzare i tempi di recupero.

Crioterapia e lesione del crociato: Lindsey Vonn

La lesione del legamento crociato è probabilmente una delle più temute da sportivi di ogni sorta: calciatori, sciatori… tutti sanno che un danno di questo tipo potrebbe rappresentare la fine della loro carriera atletica professionale. Questo è ciò che è successo alla campionessa di sci Lindsey Vonn nel febbraio 2013 durante il campionato del mondo.

In particolare, la lesione aveva coinvolto il legamento crociato anteriore e il legamento collaterale mediale: una combinazione che avrebbe potuto fermare la giovane statunitense. Di fronte a quello che si sarebbe prospettato come un lungo periodo di recovery, la Vonn ha scelto di avvicinarsi alla crioterapia con l’utilizzo della ice compression la quale unisce i vantaggi della terapia del freddo con la compressione statica.

Quello che è avvenuto in seguito ad un utilizzo costante di questa terapia è sotto gli occhi di tutti: nel 2015, dopo poco meno di due anni dall’incidente, Lindsey Vonn ha vinto il Campionato del Mondo stabilendo un nuovo record di gara.

Il segreto della velocità: Usain Bolt

Usain Bolt: un nome (bolt, dall’inglese, fulmine), una leggenda dell’atletica. L’uomo più veloce al mondo, tuttavia, ha un segreto per correre così veloce: la crioterapia. Dopo un problema alla schiena che gli aveva fatto saltare l’appuntamento con la Diamond League del 20 luglio 2012, Bolt ha deciso di fare affidamento alla terapia del freddo per recuperare in vista delle Olimpiadi di Londra.

A soli 7 giorni di distanza, si aprono i Giochi della XXX Olimpiade e, il 5 agosto, vince il suo primo oro con tanto di record olimpico. La sua impresa non finisce qui perché 4 giorni dopo vince i 200 metri piani e completa l’opera stabilendo il record mondiale nella staffetta 4x100 (con tanto di medaglia d’oro).

La portata di queste vittorie, naturalmente, non è solamente imputabile all’utilizzo di crioterapia; certo è che questo trattamento ha accelerato notevolmente il suo recupero tanto da renderlo capace di questa impresa.

In generale, la crioterapia si pone come supporto agli atleti a qualsiasi livello sia per il recovery sia per un boost delle performance. Una terapia da affrontare mai a cuor leggero ma sempre consultando il proprio medico curante o il proprio coach di riferimento.

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